Svetta di fronte al padiglione di Eataly. E compare in molti dei collegamenti che i media stanno facendo dall’Expo di Milano. Ma cos’è quella torre di cui tutti parlano? È la Macchina di Santa Rosa, alta quasi 30 metri e pesante 5 tonnellate. Oscar Farinetti e Vittori Sgarbi l’hanno voluta a Milano. È l’unico monumento italiano smontato e rimontato per l’occasione ed è anche il solo simbolo religioso presente all’Expo 2015. Già, perché quella torre è l’omaggio che la città di Viterbo tributa alla sua patrona, Santa Rosa appunto. Una Macchina che ogni anno, la sera del 3 settembre, i cosiddetti “Facchini di Santa Rosa” (un centinaia di uomini vestiti di bianco) trasportano a spalla per le vie della città.
Il modello esposto a Milano è quello che ha sfilato per Viterbo dal 2009 al 2014 e si chiama “Fiore del cielo”. A progettarla Arturo Vittori e Andreas Vogler. La Macchina di Santa Rosa consiste in una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata con una infrastruttura interna in metallo e materiali moderni (come la vetroresina). Il trasporto della Macchina di Santa Rosa è patrimonio immateriale dell’Unesco dallo scorso anno, nell’ambito della rete delle macchine a spalla.
Le origini della Macchina risalgono agli anni successivi al 1258, quando, per ricordare la traslazione del corpo di Santa Rosa dalla Chiesa di Santa Maria in Poggio al Santuario a lei dedicato (avvenuta il 4 settembre per volere di papa Alessandro IV), si volle ripetere quella processione trasportando un’immagine o una statua della santa illuminata su un baldacchino. Negli anni la struttura è aumentata di dimensioni, fino a raggiungere l’imponenza dei moderni modelli.
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