Lavorare in un call center per 3,00 euro netti all’ora, quando va bene. Proprio alla viglia della festa dei lavoratori è uscita fuori una storia di precariato e sfruttamento, ai confini quasi con la schiavitù.
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![](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2015/05/callcenter.jpg?x87950)
La storia arriva da Taranto dove, giovani donne e uomini sotto i 25 anni di età lavorano per portare a casa 80-120 euro netti al mese. Ma ad alcuni può andare meglio, infatti, se si è bravi, si può aspirare ad un aumento di 0,60 centisimi l’ora. Andrea Lumino, segretario di Slc Cgil Taranto ha dichaiarato: “Fa tanta rabbia guardare questi ragazzi negli occhi, il sangue mi ribiolle. Pensavamo di aver toccato il fondo con le donne “schiavizzate” a 9 euro al giorno, ma purtroppo dobbiamo ammettere che al peggio non c’è mai fine. In questa vicenda siamo rimasti basiti nello scoprire che il call center in questione, situato nel centro abitato di Taranto, lavora esclusivamente per un colosso della telefonia. Ci chiediamo come sia possibile che una grande azienda continui ad assegnare commesse a chi tratta in questo modo i lavoratori».
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