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Ma è vero che fumare poco (meno di 10 sigarette) non fa così male?

 

Fumi e, a ogni sigaretta che accendi, scatta il senso di colpa e, come Zeno Cosini, menti sostenendo che quella è l’U.S., l’ultima sigaretta. Poi, puntualmente, dopo tot tempo, il desiderio di fumare (ri)diventa fortissimo, tu intrattabile e te ne accendi un’altra, di sigaretta. Poi prometti a te stesso che, anche se non smetterai, almeno fumerai meno. Tanto qualche sigaretta, il corpo, manco la sente. Falso. Eppure quasi tutti la pensano così non sapendo che, invece, i danni alla salute causati dal consumo di poche sigarette al giorno sono enormi.

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Come si legge sul Corriere della Sera, questo è quanto ha messo in luce una ricerca presentata alla European Lung Cancer Conference di Ginevra da ricercatori francesi dell’Hopital Nord di Marsiglia che hanno analizzato i dati di un sondaggio condotto su oltre 1600 connazionali d’età compresa fra i 40 e i 75 anni. “Oggi tutti sanno che il tabacco è responsabile di molte forme di tumore, primo fra tutti quello al polmone, ma come conferma questa indagine i tabagisti continuano a minimizzare l’entità del pericolo cui si espongono” lo ha detto l’oncologo Laurent Greillier, che ha esposto i risultati della ricerca al convegno svizzero.

Lo studio

Tra i 1600 partecipanti all’inchiesta, 1463 non avevano mai avuto un tumore e tra loro 481 erano ex fumatori mentre 330 continuavano a consumare sigarette, in media 14 al giorno. I risultati evidenziano che un intervistato su tre è erroneamente convinto che fumare fino a 10 sigarette al giorno, non comporti un rischio maggiore di tumore al polmone. Solo la metà degli interpellati ha risposto correttamente, e cioè che non esiste un numero minimo di sigarette che possono essere fumate senza rischi per la salute. Tra i partecipanti all’inchiesta, meno del 40 per cento era conscio del fatto che il pericolo rimane anche dopo aver smesso. Significa che i fumatori, bene o male, sono a conoscenza dei rischi ma, come ha suggerito Greillier: “pensano che non valgono per sé stessi, ma solo per gli altri”. Quindi quand’è che il rischio aumenta? Lo spiegano gli esperti: “Il rischio di ammalarsi dipende soprattutto da quanti anni si è fumato, ma anche dalla quantità di tabacco consumato quotidianamente”. È vero che quando si smette di fumare, ci sono effetti positivi già nell’immediato, ma i veri cambiamenti arrivano con il passare del tempo: per liberare il corpo dalla nicotina ci vogliono 9 mesi, invece per ridurre il rischio di sviluppare un tumore devono passare almeno 10 anni. Tanto per dare una misura della pericolosità di questa abitudine, riportiamo i risultati di un recente studio condotto in Australia su 200 mila persone secondo il quale  due fumatori su tre muoiono per patologie correlate alla loro cattiva abitudine: bastano 10 sigarette al giorno per raddoppiare la probabilità di morte; con 25 si arriva addirittura a quintuplicare il pericolo. Infine, le sigarette “tagliano” di dieci anni l’aspettativa di vita. In pratica chi fuma muore, in media, dieci anni prima di chi non lo ha mai fatto. Sei ancora dell’idea che ora ti accenderai quella sigaretta?

Leggi anche: Dopo 10 minuti e dopo 10 anni. Scopri cosa succede nel tuo corpo se smetti di fumare

 


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