Nasce a Castelbosco, in provincia di Piacenza, il ”Museo della merda”. L’idea è di Gianantonio Locatelli, proprietario dell’azienda agricola di Castelbosco, che ospita 2500 bovini. E proprio accanto alla sede dell’azienda, in un castelletto trovano spazio reperti, manufatti e opere d’arte di interesse estetico e scientifico: dagli scarabei stercorarii a esempi di utilizzo dello sterco per la costruzione di architetture nelle più lontane culture del pianeta, dalle antiche civiltà italiche all‘Africa, passando per opere storico-letterarie come la Naturalis Historia di Plinio, fino alle ricerche scientifiche più attuali e alla produzione artistica che tocca l’uso e riuso di scarti e di rifiuti.
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“L’azienda agricola di Castelbosco – scrive Massimo Torrigiani, coordinatore del comitato Scientifico del Pac Milano a cui partecipano i curatori del museo – è dedicata alla produzione di latte per il Grana Padano. Ospita 2500 bovini di razza selezionata, super-efficienti, che producono quotidiana- mente 300 quintali circa di latte e 1000 di sterco. Una quantità di merda la cui gestione Gianantonio Locatelli, che dell’azienda è proprietario, ha trasformato in un progetto ecologico e industriale avveniristico. Dallo sterco ricava oggi metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni. E lo fa con sistemi di nuova concezione che oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso. Dando alla merda il valore che ha. E restituendo ad agricoltura e allevamento l’importanza di sempre”.
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