È quasi svolta sul caso di Guerrina Piscaglia. I riflettori si sono nuovamente accesi su padre Graziano, il sacerdote congolese con ui la donna aveva rapporti di amicizia, anche se alcuni sms tra i due sembrerebbero mettere in evidenza qualcosa di più. È noto il testo di un sms in cui Guerrina diceva al frate: “Vengo lì, cucino il coniglio e facciamo l’amore”. Il Gip Piergiorgio Ponticelli ha firmato il provvedimento di custodia cautelare nei confronti del religioso cher attendeva il verdetto in un convento romano, proprio nel penultimo giorno utile per l’ordinanza. Gratien Alabi, preso in consegna dai carabinieri, è salito nell’auto dei carabinieri, destinazione Arezzo.
La richiesta era stata fiirmata dal pubblico ministero Marco Dioni che coordina le indagini insieme al procuratore capo Roberto Rossi. Il provvedimento è evidentemente sostanziato dagli indizi raccolti nei confronti del frate e in particolare dalla quasi certezza che fosse nella sua disponibilità il cellulare di Guerrina nel giorno della scomparsa della donna, il primo maggio 2014. Proprio da quel cellulare sono partiti alcuni messaggi con evidente intento di depistaggio, ma con un errore di fondo: i numeri dei destinatari erano nella rubrica di padre Gratien e non in quella di Guerrina. Con l’ordinanza di arresto è cambiata anche l’imputazione: da favoreggiamento in sequestro dipersona o omicidio in omicidio volontario con soppressione, distruzione o sottrazione di cadavere.
La misura cautelare, specifica un comunicato ufficiale dei carabinieri, era stata richiesta addirittura il 23 febbraio, quindi esattamente due mesi fa, “ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, il pericolo di fuga dell’indagato e di inquinamento probatorio, in relazione alla notevole gravità dei fatti-reato per cui si procede, all’esito delle complessive risultanze dell’attività investigativa”.
Il giallo sulla scomparsa di Guerrina Biscaglia, “oltre a lei, il prete aveva altre amanti”