Creava delle copie perfette di opere d’arte e le regalava a piccoli musei statunitensi, spacciandole per vere. Le sue donazioni, spiegava, erano un modo per onorare la memoria del padre deceduto e i musei, che non avevano strumenti per verificarne l’autenticità, accettavano di buon grado i regali di questo generoso donatore.
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È la storia di Mark August Landis, un famoso falsario statunitense che con una mano perfetta riproduceva la stessa opera e la donava a diversi musei fino a quando, nel 2007,non viene scoperto dal direttore del museo d’arte di Oklahoma, Matthew Leninger che, insospettitosi, fa fare delle ricerche e scopre che lo stesso quadro offertogli da Landis era stato donato al museo di Savannah college of art and design. E così si scopre che Landis, con una diagnosi di schizofrenia alle spalle dall’età di 17 anni, ha truffato almeno 45 musei in 19 città, utilizzando vari pseudonimi compreso quello di un prete e ha cambiato residenza una quindicina di volte in poco più di dieci anni. Nonostante sia stato alla fine smascherato nessun museo ha denunciato il falsario che,del resto, non vendeva le sue opere bensì le regalava, perciò non commetteva nessun crimine.
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La sua storia è stata raccontata in un docufilm Art and craft, what’s it take to catch a fake? presentato al Tribecca film festival del 2014. Il lungometraggio, diretto da Jennifer Grausman e Sam Cullman, e da poco disponibile in dvd, è stato finanziato da una campagna di crowdfunding su Kickstarter che dei 48,250 dollari richiesti ne ha portati a casa oltre 65mila.