Essere in giro e accorgersi di avere dimenticato lo smartphone: è panico. La causa è la dipendenza ed è la scienza a spiegarlo. La dipendenza da smartphone ora ha anche un nome: nomofobia che viene dall’abbreviazione di no-mobile-phone fobia. A lanciare questa sorta di allarme moderno è David Greenfield, professore di Psichiatria presso l’università del Connecticut, che è riuscito ad identificarne i sintomi, che includono sensazioni di panico o di disperazione ogni volta in cui non abbiamo il nostro dispositivo, la separazione dalle cose e dalle persone che ci circondano quando lo usiamo, o più semplicemente il controllare le notifiche per tutto il tempo. In alcuni casi – qui la dipendenza deve essere massima, pare di capire – si può arrivare a pensare di sentir squillare il proprio smartphone, un fenomeno conosciuto come lo squillo fantasma o come la sindrome da vibrazione del cellulare. Nessuna esagerazione, perché gli studi di Greenfield hanno verificato l’esistenza di un legame tra il nostro smartphone e i trasmettitori della dopamina nel nostro cervello. La dopamina è una sostanza chimica prodotta dal nostro corpo: quando ci accade qualcosa di buono, il cervello rilascia una piccola dose di dopamina, che agisce come ricompensa dal corpo. E la nomofobia si verifica proprio a causa di una cattiva regolazione della dopamina associata all’uso dello smartphone. Pensate che ogni volta riceviamo una notifica, nel nostro cervello avviene un piccolo aumento della dopamina dovuto alla possibilità che ci sia qualcosa di interessante. E questo anche se effettivamente non sappiamo ne di cosa si tratta ne se sarà una cosa buona.