La notizia aveva scatenato polemiche e discussioni. Milena Gabanelli durante la trasmissione “Report” aveva mostrato un’inchiesta che approfondiva le varie fasi della produzione dei piumini Moncler. Accusava l’azienda di abbigliamento per le materie prime utilizzate; a partire dalla piuma d’oca, che viene presa negli stabilimenti ungheresi. Le piume vengono strappate alle oche senza alcuna precauzione, per 4 volte all’anno, provocando anche lesioni agli animali. Inoltre l’inchiesta dimostrava la presenza di piume di anatra e di altri uccelli. Calate le polemiche i numeri parlano chiaro e Moncler ha segnato un trionfo totale.
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Il marchio ha raddoppiato l’utile nel 2014, superando ogni previsione. 130,3 milioni di euro contro i 76,1 del 2013. I ricavi sono cresciuti del 20% a 694,2 milioni di euro, mentre l’indebitamento finanziario netto del gruppo si è ridotto a 111,2 milioni. Una nota di Moncler spiega che ai soci sarà proposta la distribuzione di un dividendo di 0,12 euro per azione, pari al 23% dell’utile netto consolidato. L’ad Remo Ruffini esprime l’entusiasmo per il successo: “Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti da Moncler nell’esercizio 2014 che hanno, ancora una volta, visto crescite a doppia cifra sia del fatturato che degli utili e una significativa generazione di cassa”. E ancora: “Guardando al 2015, nonostante permangano nel mondo situazioni di incertezza, sono fiducioso sullo sviluppo del nostro marchio”. Niente da fare per la Gabanelli.
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