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Storia di Giulia, quel maledetto biglietto prima della decisione estrema

  • Italia

Forse un suicidio, ma ancora non confermato né dagli inquirenti e né dalla famiglia. I fatti. Ieri mattina intorno alle 7.30 un vicino di casa trova una ragazza a terra lungo la rampa che conduce al garage della sua abitazione, una palazzina in via Gandhi a Morciola nel pesarese. La ragazza è Giulia Signoretti, una ragazza 17enne respirava ancora e mentre l’uomo chiamava i soccorsi le ha praticato le prime manovre salvavita. Poi una corsa a sirene spiegate verso l’ospedale di Pesaro. Per tre lunghe ore i medici hanno tentato di rianimarla, di vincere la devastazione dei traumi procurati dalla caduta dal secondo piano.

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Giulia probabilmente è precipitata dalla mansarda della sua casa: ha aspettato che la sua mamma, una dipendente della Provincia, uscisse per andare al lavoro e ha scritto un breve biglietto: parole d’amore per la sua famiglia, tenere scuse di adolescente. Un cuore giovane che il 3 marzo avrebbe compiuto 17 anni. La sua breve esistenza aveva già conosciuto il dolore. Suo padre, un noto chirurgo, molto apprezzato per le sue capacità professionali e le sue doti umane, è morto nel 2007, dopo una lunga notte passata a operare in una sala dell’ospedale.

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Qualche settimana fa Giulia si era sentita male a scuola e gli amici avevano chiamato il 118 per soccorrerla. Anche per questo i carabinieri guidati dal Pm Irene Lilliu non intendono lasciare nulla al caso. Stanno eseguendo indagini a tutto campo, ascoltando familiari e amici, cercando di ricostruire un quadro che rispetti la verità dei fatti. Il magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo di Giulia e solo dopo l’effettuazione dell’accertamento sarà possibile darle sepoltura. La notizia della sua morte ha raggiunto i compagni di classe nel pomeriggio provocando un doloroso senso di spaesamento.

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