Non ci sono mezzi termini e mezze parole nel pamphlet di Pietrangelo Buttafuoco che parla della sua Sicilia non come una terra dannata, ma devastata dal potere, dalla politica e dall’inefficienza. È, il suo, un j’accuse a tutto campo. Sul banco degli imputati la rivoluzione “farlocca” dell’attuale governatore e lo Statuto d’autonomia regionale da cui origina il malaffare e un costume politico che non può più essere accettato. Per questo il sottotitolo è Dall’autonomia a Crocetta, tutta una rovina. La Sicilia, secondo l’autore, sta affogando nell’indifferenza: per le spese, per il bilancio, per la mafia che a parole si combatte ma in realtà si lascia prosperare indirettamente, girandosi da un’altra parte e fingendo invece di guardare nella giusta direzione, che giusta non è. Lo aveva detto Sciascia, parlando di “professionisti dell’antimafia“. E poi ancora: gli “enti mangiasoldi”, il mare delle sovvenzioni che vanno e vengono, l’eccesso infernale di dipendenti pubblici, lo scandalo del Muos, il sistema di comunicazione militare approntato dagli americani: torri radio e antenne di diciotto metri per favorire la colonizzazione tecnologica ed economica della Sicilia. Anche la natura si è corrotta: nella nuda terra siciliana, tra gli insetti laboriosi ecco spuntare le microspie delle procure. Un libro provocatorio, contro i padroni, i campieri e i sovrastanti, veri o presunti, a cui la Sicilia, quella vera e ancora memore della sua antica dignità, è stanca di dare ospitalità all’infinito. Per queste e altre ragioni la Sicilia descritta da Buttafuoco altro non è che una “buttana”.
Buttanissima Sicilia
di Pietrangelo Buttafuoco
Bompiani, pp. 206, euro 12