“C’è differenza tra fare l’amore e fare sesso. Fare l’amore porta a fare un figlio. Il sesso è un divertimento passeggero. Non l’ho mai provato ma immagino”. Suor Cristina Scuccia parla del suo ultimo anno definendolo “dei mesi benedetti, che mi hanno sconvolto la vita”. La vincitrice della scorsa edizione di The Voice, diventata fenomeno planetario dopo le esibizioni canore in tv, è stata ospite sabato 7 febbraio di Verissimo, su Canale 5, rispondendo alle domande di Silvia Toffanin.
Amore e sesso. Suor Cristina ha parlato anche di amore e, in maniera molto candida, di sessualità:”C’è differenza tra fare l’amore e fare sesso. Fare l’amore, tra due persone che si amano, è quello che poi porta alla nascita di un figlio. Fare sesso è qualcosa di passeggero, un divertimento ma – aggiunge – non l’ho mai provato, per cui non posso dirlo”.
Like a Virgin. “Non ci voleva essere nulla di provocatorio nella scelta di cantare “Like a Virgin” di Madonna. Il testo della canzone, in realtà, mi rappresenta, perché anch’io, prima di essere toccata da Dio, ero confusa e vivevo una vita incompleta e triste ma, nel momento in cui Dio mi ha toccata, ho scoperto l’amore per eccellenza”.
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La vocazione. “Il Signore arriva d’improvviso, è come un lampo, come una luce fortissima. Certo poi c’è stato senz’altro un percorso, che mi ha portato a dire che mi andava di lasciare tutto per stare con lui”.
L’adolescenza. “Avevo i miei sogni nel cassetto, eravamo una famiglia umile, lavoravo in pizzeria il sabato sera, poi mi lavavo e raggiungevo gli amici in discoteca. Ho fatto dei sacrifici, ma son stata direi un’adolescente normale, come gli altri. Cantanti preferiti? Elisa senza dubbio. La canzone che ricordo è Luce”. Nonostante il successo mondiale, la scelta religiosa sembra salda: “Seppure avessi fatto anche un mezzo pensiero in questo senso… No, la mia risposta è no. La mia vocazione è al centro di tutto, non potrei tradire l’alleanza eterna che ho stretto con Dio per la musica, perché è lui che me l’ha donata”.
La popolarità. “Siamo sinceri. I primi tempi sono stati difficili e sono andata un po’ in crisi. Ho vissuto questo successo come un’invasione nella mia vita. Non potevo andare a fare la spesa perché avevo i fotografi sempre dietro. Avevo voglia di riprendermi la mia normalità”. Se finisse. “La vivrei normalmente, continuerei a pregare e lavorare”.
La voce. “L’avevo lasciata da parte nel momento della chiamata alla fede. Frequentavo l’accademia e facevo fatica a salire sul palco, vivevo una sorta di lotta interiore, che è finita solo in Brasile quando vidi la gente che usava la voce e il ballo per celebrare la fede”.
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