La serie tv dedicata all’omicidio di Sarah Scazzi non andrà in onda, almeno per il momento. Il tribunale civile di Taranto ha infatti accolto il ricorso presentato dal Comune di Avetrana, bloccando la messa in onda della produzione intitolata ‘Avetrana – Qui non è Hollywood’, ispirata al tragico delitto avvenuto il 26 agosto 2010.
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Il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ha presentato un ricorso d’urgenza per fermare la trasmissione della serie, utilizzando l’articolo 700 del Codice di procedura civile. Il motivo principale della richiesta è stato il timore che la fiction potesse rafforzare stereotipi negativi sulla cittadina pugliese, ritraendola in modo distorto e diffamatorio. La preoccupazione del primo cittadino era che la serie avrebbe potuto dipingere Avetrana come un luogo arretrato, omertoso e ignorante, contribuendo a perpetuare un’immagine che, secondo lui, non riflette la realtà della comunità.
Bloccata la serie su Avetrana e l’omicidio di Sarah Scazzi
L’omicidio di Sarah Scazzi, che scosse profondamente il Paese, ha lasciato cicatrici profonde anche nella comunità locale. Il caso, che ha avuto una risonanza mediatica enorme, vide come imputati Michele Misseri, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, con quest’ultime condannate all’ergastolo per il brutale assassinio della giovane. Avetrana si costituì parte civile nel processo, cercando di difendere la propria immagine dall’ondata di pregiudizi che il caso aveva generato.
Il giudice Antonio Attanasio ha accolto le preoccupazioni del sindaco e del team legale, ordinando la sospensione della serie, la cui prima puntata era prevista per il 25 ottobre su Disney+. Ora, un’udienza è fissata per il 5 novembre, dove le parti coinvolte potranno esprimere le loro posizioni e argomentare le proprie ragioni riguardo alla trasmissione o meno della serie.
Questo stop rappresenta un momento di riflessione su come vicende così tragiche possano essere raccontate nei media, tenendo conto non solo dei diritti alla libera espressione e alla narrazione, ma anche delle sensibilità e della dignità delle comunità direttamente colpite.
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