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“Non vedevo, non respiravo”. Grande Fratello, confessione choc di Jessica e nella casa cala il vero gelo

gf jessica morlacchi confessione momento più buio

Al Grande Fratello c’è una nuova protagonista. Fin da quando è arrivata Jessica Morlacchi ha saputo colpire il pubblico in diverse occasioni. Ad esempio, proprio recentemente, ha fatto una rivelazione hot su Luca Calvani che ha generato un allegro sconcerto nei compagni all’interno della Casa.

Jessica Morlacchi ha esclamato: “È come Rocco“. Ovviamente il riferimento è a Rocco Siffredi, noto attore di film a luci rosse, e alle dimensioni del suo… sì, insomma, ci siamo capiti. Proprio subito dopo questo momento di ilarità, però, ecco che la simpatica cantante divenuta popolare come voce dei Gazosa ha confessato di aver passato un vero e proprio inferno nella sua vita.

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Jessica Morlacchi, la confessione sul momento più buio

Jessica Morlacchi, come riporta Blogtivvu, si è confidata con Clayton Norcross: “A 18-19 anni io ho iniziato ad avere attacchi di panico sempre più, tutti i giorni, tutti i giorni. Non respiravo, non vedevo, vedevo bianco. Mi buttavo per terra, non volevo più camminare. Io non camminavo più. Non volendo più camminare, io mi sono chiusa in casa. La mia casa mi dava protezione. Quando mi sono chiusa in casa è arrivata la depressione, ho iniziato a soffrire di depressione. Io non volevo vedere nessuno. Io dormivo tutto il giorno, dalla mattina alle 6 fino alla sera. La notte ero sveglia, era al contrario”. 

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“Dopo la depressione – ha spiegato Jessica – insieme alla depressione è arrivata l’agorafobia. Io non prendevo più l’aereo, il treno. Io volevo stare a casa. E ho passato tantissimi anni a casa. Io non avevo più lavori. Questo isolamento ha portato ad anni difficili, in cui non riusciva più a lavorare, né a condurre una vita normale. Nonostante anni di terapia psicologica, il sollievo tardava ad arrivare”.

“Da quando ho iniziato ad avere gli attacchi di panico – ha detto ancora Jessica – ho iniziato ad andare dallo psicologo, però non risolvevo in alcun modo. Fino a quando, a 30 anni, ho iniziato ad andare dallo psichiatra, un percorso più forte. Droga? Non era droga. Mi ha dato dei calmanti, delle pasticche, che io ho preso per sei mesi. Non erano grandi dosi, erano dosi giuste, doveva fermare il mio cuore. Perché io appena sveglia avevo 146 battiti al minuto. Appena sveglia. Per ansia. Qual è stata la spiegazione? Troppo stress…”.

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