Secondo il suo medico Emma non aveva niente di fisiologico. Aveva ricondotto ad uno stato ansioso perdurante dal quale scaturiva una forte ipocondria. La verità però era ben altra. E oggi, tramite una lettera aperta scritta per portare all’attenzione il suo caso, ha deciso di parlare. Tutto è iniziato 5 anni fa. “Ho spiegato tutti i miei sintomi e ho segnalato il marcatore tumorale in aumento, ma lui era irremovibile nel dire che ero troppo giovane per avere il cancro, rassicurando anche i miei genitori. Mi hanno fatto sentire come un’ipocondriaca in cerca di attenzioni“.
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Poi, a marzo del 2019, sei mesi dopo gli esami, è stata sottoposta ad una laparoscopia che ha evidenziato la presenza di più tumori “Mi è stato detto che avrei dovuto sottopormi a un intervento chirurgico addominale esteso per rimuovere la maggior parte delle masse. Non riuscivo a camminare e avevo dolori costanti. Mi è stato detto che il mio tumore sarebbe stato trattato come una condizione cronica e mi è stata prescritta una terapia a tempo indeterminato per cercare di impedirne il ritorno”.
“Sei ipocondriaca”. Ma Emma scopra di avere il cancro a 24 anni
Ma le cose per Emma Mehta, 24enne inglese, sono andata diversamente. Nel 2020 una scansione ha rilevato una sospetta recidiva al diaframma e al fegato. “Poco prima di Natale sono stata informata che il cancro era probabilmente tornato e ho dovuto sottopormi a un ulteriore importante intervento chirurgico addominale a gennaio del 2021”.
“Per rimuovere le masse sospette. Ho dovuto lasciare Edimburgo, dove studiavo, e tornare in Inghilterra“, ha detto, aggiungendo: “Sono consapevole che le probabilità non sono a mio favore, ma cerco di godermi la vita il più possibile“. Il tumore ovarico è difficile da curare. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di cancro dell’ovaio è oggi pari al 43 per cento circa.
La chirurgia ha ancora un ruolo di primo piano nella cura del tumore ovarico tanto che, quando la malattia è in fase iniziale, l’intervento è curativo nel 70 per cento circa dei casi. Tuttavia, anche nei casi di tumore in stadio iniziale dopo l’intervento chirurgico viene prescritta la chemioterapia, che in questo caso viene definita adiuvante, dato il rischio del 25-30 per cento che la malattia si ripresenti con una recidiva.